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Scoperte

Una interpretazione dei disegni e bruciature partendo dalla lettura del sua Autobiografia

Mélanie parla ancora

Il ritrovamento di alcuni indumenti e fazzoletti presso l’archivio dei Redentoristi di Napoli ridanno voce alla veggente de La Salette trovando conferma nel suo Mémoire scritto su invito del santo Annibale Maria di Francia.

di P. Michel corteville

S. Annibale M. Di Francia e Mélanie Calvat
Raffigurazione dell'apparizione de La Salette

Con lo sviluppo dei nuovi media, l’immagine ha preso il sopravvento sulle espressioni orali e scritte. In previsione di questo tipo di linguaggio oggi privilegiato, la provvidenza ha riservato per i nostri tempi delle immagini mai viste nella storia, conservate presso la basilica di San Alfonso M. de Liguori di Pagani. Nel gennaio 2022 il professore Giovanni Pepe ha risolto infine l’enigma dell’origine della misteriosa raccolta di indumenti e di piccole stoffe conservata lì, datata negli anni 1873-1876. Leggendo un manoscritto ha potuto attribuirli a Melania, e ha ritrovato pure il nome del Padre redentorista e suo confessore che li aveva ricevuti: Vincenzo Venditti (1819-1898), postulatore di San Gerardo Maiella. (1)

 

1. Le stimmate


La recentissima scoperta ci permette di documentare le stimmate di Melania (2) al cuore, ai piedi e alla testa, e di illustrare in calce alle rispettive pagine certi fatti descritti nel Mémoire. Si nota che il sangue delle stimmate abbozza e riempie talvolta di motivi illustrativi semplici (sole, raggi, etc.) le piccole stoffe che le coprivano. Questo fenomeno di emografie si ritrova in altre mistiche: Natuzza Evolo, Maria Bolognesi, etc. Su due stoffe con tracce di sangue, viene però indicato dal confessore una particolarità non unica, ma molto rara. La piaga nel cuore di Melania, almeno il giorno 23 febbraio 1873, non era solo una ferita, ma una “cavità straordinaria” in cui, a quella data e forse ad altre date – come altre sue vesti lo farebbero pensare – si trovava una Particola eucaristica. (3)

 

2. Il Purgatorio


Pur incredibile che sia in sé e nel particolare il fatto della stimmatizzazione di Melania, scopriamo nei suoi indumenti (camicie, calze, etc) un altro fenomeno più visibile e strano, che ci lascia perplessi e talvolta increduli. Si tratta di disegni, o meglio, di impronte grossolane e difficili da interpretare. Non sono segni di penna, pennello e inchiostro, ma di bruciature più o meno forti.

Nella nota biografica su P. Venditti c’è una spiegazione generale del fenomeno. Essa non può essere attribuita con leggerezza a questo confessore e maestro di novizi, postulatore e professore, dal biografo P. Salvatore Schiavone (1873-1946). Allievo suo e figlio spirituale, (4) lo definisce un “valente confessore e direttore di spirito” prima di aggiungere l’informazione che mancava a tutti: “fu confessore della Serva di Dio Melania, di cui aveva le camicie bruciate coll’immagine delle Anime del Purgatorio.”

Non è cosa insolita, perfino nella spiritualità pagana, (5) che le anime dei defunti si manifestino per richiamare la cura dei viventi; e questi, in tanti modi, rendono loro un culto anche per non esserne disturbati. Nel cosiddetto “museo delle anime del purgatorio” che si può visitare virtualmente (6) ed è annesso alla chiesa di Nostra Signora del Suffragio di Roma, sono esposti diversi oggetti segnati da bruciature attribuite a queste anime. 

Dette tracce sarebbero gli attestati delle loro manifestazioni per richiedere messe e preghiere. Ma si tratta soltanto di impronte molto parziali: dita o mani. Sulle vesti di Melania invece, appaiono croci e strumenti della passione, uccelli, sagome con apparenza umana, piante (forse) e animali grossolanamente rappresentati (le persone stilizzate hanno il naso ridotto a un solo tratto, somigliante a un becco d’uccello). In paragone alle bruciature di mani e dita finora conosciuti, le camiciole di Melania e un paio di calze, tutte adorne di motivi e figure, prendono la dimensione di capolavori. 

Camiciole (rep 3 e 4) e calze (rep. 7) di Mélanie Calvat conservate nell’Archivio redentorista di Pagani

Una prima chiave d’interpretazione ci viene fornita da un pezzetto di stoffa (doc. 9 del 7 marzo 1873) che riporta diverse sagome, ad alcune delle quali Padre Venditti attribuì una identità. Una è segnata con il nome di P. Morelli, redentorista morto nel 1869. Altre sono attribuite a Melania: “essa nel purgatorio”; “essa stessa…”. Questa presenza di Melania in mezzo al purgatorio, – e forse più toccata dal suo “fuoco” di altri poiché la sua immagine, con una grande croce in mano, e ancora più bruciata – possiamo confrontarla con due esperienze da lei raccontate. La prima è la ‘visita al purgatorio’ vissuta all’età di dieci anni mentre era pastorella. (7

La seconda, riportata in un interrogatorio da don Combe (in nota 8) è la sua richiesta esaudita di prendere parte, già in questo mondo, della “pena

del fuoco” d’un’anima. (9) Entrambi gli episodi sottolineano quindi la sua carità e la sua intimità con le anime penanti dell’aldilà. Ma l’intensità di questa unità con la Chiesa sofferente è solo una delle tre facce della sua partecipazione alla comunione universale dei santi.

Una seconda chiave di lettura ci è fornita, in questa prospettiva d’apertura alla vita universale, dalla sua comunione fin dall’infanzia con la natura e gli animali. Vedere le vesti di Melania adorne da tanti uccelli, e lei circondata (apparentemente) da altri abitanti dei campi, ci riporta alle scene dell’infanzia evocate da Maritain, quando essa predicava agli animali e perfino li faceva “pregare”. (10) Con quale rapporto, però? Da altre esperienze dell’aldilà, impariamo che le anime sofferenti possono pure manifestarsi sotto le sembianze di animali. (11)

 

Ma la nota dominante delle grandi scene del purgatorio lasciate sulle vesti di Melania, ed associate alla passione di Cristo dalle tracce sanguinanti della stimmatizzazione, è piuttosto la chiarezza e l’ordine nell’orientamento verticale degli elementi. Se c’è il fuoco o il suo calore che altera il colore delle fibre del tessuto (e spesso buca i piccoli pezzi di stoffa), non è per lasciare l’impronta di un’anima sola e quasi abbandonata, ma di parecchi soggetti radunati attorno ad un predicatore o guida. E tutta la scena, dal basso in alto, converge verso il culmine d’una croce, o di un sole che coincide precisamente con il buco fatto nel tessuto dalla stigma del cuore – o della spalla, forse, sul dorso del vestito.


Pur fuori della norma in virtù e carismi, la vita di Melania non è un fenomeno isolato, senza dimensione pastorale né posterità spirituale. Vedremo tratto dopo tratto, seguendo il Mémoire, come il suo cuore, in parole e gesti, illustra lo spirito degli “apostoli degli ultimi tempi” la cui Regola le fu data nell’apparizione. (12Da novizia, ne assume motto e saluto. La sua sete del puro e perfetto amore risponde al primo articolo. La sua purezza angelica al art. 18, etc.


L’articolo 15 destina anche alle anime del purgatorio i meriti spirituali dei religiosi. Nel racconto della visione (o “vista”) che ebbe pure di loro, Melania esulta a questa prospettiva: “Vedevo le anime del Purgatorio come in festa per i benefici ricevuti dagli Apostoli degli ultimi tempi e dalle Religiose; e vedevo che le anime sofferenti del Purgatorio, che erano state liberate, o che avevano ancora qualcosa da espiare e avevano il potere di farlo, pregavano molto, e molte conversioni avvenivano grazie alle loro preghiere. Vedevo infatti che Dio voleva che i Missionari e i Religiosi di questo Ordine affidassero nelle mani di Maria, la loro prima Superiora e Maestra, tutte le loro preghiere, penitenze e opere buone, a favore delle anime del Purgatorio, della conversione dei peccatori e di tutto il mondo.”


Dovendo predicare la conversione e ricordare “i fini ultimi” alquanto trascurati dall’uomo (morte, giudizio, cielo, inferno: vedi art 15), questi apostoli non potranno disinteressarsi del purgatorio, sorte transitoria comune a tanti. La divina Provvidenza destina Melania, pur donna, ad essere la loro pioniera; e si potrà forse intuire come queste anime, affollandosi intorno a lei come una volta i lupi, le lepri, gli uccelli, etc, la ringrazino dell’ardente carità sua nell’adornarle, pur maldestramente, le vesti. Sotto questa forma prestata alla loro invisibilità si ricordano alle nostre preghiere, e mostrano pure la verità del purgatorio – stato di sofferenza e speranza, dolore, gioia e comunione – a generazioni che si occupano del benessere materiale più che dell’immortalità dello spirito.

NOTE:

1 L’evento e stato dettagliatamente riportato da Davide Murgia sulla rivista Maria con te n°13 (27 marzo 2022), ed. San Paolo, pagg. 13-19.


2 Lo studio d’un campione in laboratorio ha confermato la presenza di sangue.

3 Diversi mistici – più di dodici, fra cui Santa Clara di Montefalco e S. Veronica Giuliani- hanno manifestato stimmatizzazioni del cuore incredibili, constatate talvolta dopo la morte: a conseguenza della presenza in loro di Gesù sofferente, scene o strumenti della passione erano rimaste impresse nel cuore. (Vedi le illustrazioni di Dr A. Imbert-Gourbeyre in La stigmatisation, l’extase…, Paris, 1894, pagg. 49-54.) Un altro fenomeno non meno sorprendente è stato poi segnalato dal teologo R. Laurentin (in Biographie d’Yvonne aimée de Malestroit, II, Paris, 2010, doc. 236.) Dalla stimmata del costato di mistiche moderne ancora oggetto di studio sono sorte perfino delle rose. (Si tratta di Yvonne Beauvais, 1901-1951; Maria Esperanza Medrano de B, 1928-2004; Emma C. de Guzman 1991…) L’intimo nesso fra l’eucaristia e il cuore e stato pure sottolineato dall’esperienza di certi stimmatizzati: la presenza d’una particola nella piaga del cuore di Elisabetta Ravasio, in religione Madre Eugenia, fu attestata dalle superiore. Fu anche una particola consacrata a stimmatizzare e penetrare il Cuore di Giovanna della Croce di Rovereto (1603-1673).


4 P. Salvatore Schiavone, che scrisse la nota biografica di centinaia di confratelli, per fortuna conosceva particolarmente P. Venditti. È infatti l’unico a menzionare che questo padre, finora sconosciuto nella storia di Melania, fu pure suo confessore, e era il possessore di queste vesti.


5 È famosa la storia di Atenodoro riportata da Plinio il Giovane. (Quel filosofo prese in affitto una casa infestata, vide uno spettro apparirgli e segnalargli il luogo dove si trovava abbandonato il suo scheletro. Atenodoro l’indomani lo fece ritrovare e seppellire decentemente e l’infestazione finì. Lettere, VII, 27).


Sul sito https://purgatorio.altervista.org


7 Raccontata nell’autobiografia redatta per sant’Annibale di Francia e ripresa dal Mémoire. (Vedi alla fine, fra i “Passi dell’autobiografia di Melania inseriti nell’opera”, 4, “con gli animali”.)


8 Dal dialogo far don Combe e Melania del 5 giugno 1901. “Perché ieri era così felice quando mi ha parlato di mio padre? È uscito dal purgatorio, nonostante quello che mi ha detto più volte sull’irrevocabilità della sentenza pronunciata alla sua morte? -No. Un anno e tre mesi. -Allora non soffre più la pena del fuoco! Ne soffre ancora? -No. (.) -Da quanto tempo è libero dalle fiamme? -Dalla Pentecoste, alle dieci e tre quarti. -Quindi l’ha visto subito? -Poco dopo. -Come fa a sapere che è stato liberato in quel preciso momento? -Me l’ha detto! (Ridendo) Gli ho detto: “Allora ha un orologio? Mi ha risposto: meglio di ciò”. -Era ancora triste? -Oh! felice! felice! ma ancora umiliato. -Il suo purgatorio sarà abbreviato? -No, un anno e tre mesi. -Sta ancora soffrendo? -Certo, ma molto meno! Oh, il fuoco del purgatorio! Gli uomini non possono capirlo. -Questo fuoco può essere peggiore di alcune fornaci della terra? -Oh, Padre, non c’è paragone! Passare dal fuoco del purgatorio a quello della fornace sarebbe come entrare in un bagno tiepido. -Come è stata abbreviata la punizione del fuoco che era stato condannato a subire fino a pochi giorni prima del 4 luglio? Non riesco a conciliare questo con quanto mi avete detto; c’è una contraddizione! -(Turbata ed esitante:) da allora, il Buon Dio ha potuto prendere in considerazione qualcosa.” Mentre la sua confusione aumentava, mi venne un’idea improbabile. “Avreste chiesto di soffrire una parte del suo dolore? -Silenzio. -Nel nome di Nostro Signore, risponda! -Oh, non comandare nel nome di Nostro Signore. -Non ho il diritto di conoscere gli affari di mio padre? Mi dica se ha preso su di sé una parte del suo dolore, quello del fuoco? -Qualcosa del genere. -Ma cara sorella, parli! Nel nome di Nostro Signore, le ordino di raccontare tutto. -Mentre il signor Combe stava morendo, avevo promesso al buon Dio di fare ogni giorno alcune preghiere e cose per abbreviare il suo purgatorio. Ma c’era una cosa a cui non avevo pensato in quel momento. E continuavo a ripetermi: è ancora troppo tempo, devo fare qualcosa. -La sua condanna alla pena del fuoco non era stata fissata a quasi quindici mesi? -Senza le preghiere che si dovevano fare, avrebbe avuto anni e anni. Ma tenendo conto di queste preghiere e del resto, è stato condannato solo a quindici mesi; e questo tempo non può essere abbreviato. -Non sta rispondendo alla mia domanda! Né la durata della condanna al fuoco poteva essere ridotta dopo l’emissione della sentenza. A meno che, forse, non abbia chiesto di farlo con lui. Risponda. È così? -Sì, padre. Mi sono detto: è ancora troppo lungo. (sorride) Farò una sorpresa al buon Dio. Gli ho detto: mi faccia soffrire con merito questo dolore che lui soffre senza merito. -E il buon Dio la ha fatto soffrire? -Sì, l’ha fatto. -Quanti giorni? -I sette giorni prima della Pentecoste. -E ha sofferto quanto lui? -Oh no! Non sarei stato in grado sulla terra di soffrire allo stesso modo. -Ma ha sofferto come se foste stata in una fornace ardente? -Più ancora: perché ero bruciato dentro e fuori, penetrata dal fuoco. Sarei morto immediatamente se non ci fosse stato un miracolo. Ho sofferto quanto ero capace di soffrire. Il buon Dio ha sostenuto la mia vita” (.) Non mi restava che farle dire quelle ‘cose’ che, dalla morte di mio padre, aggiungeva ogni giorno alle sue preghiere per lui. Non ho avuto il coraggio di farlo. Inoltre, in confronto al suddetto atto di carità, che supera i limiti umani dell’ammirazione, cosa sono le discipline, le catene di ferro e altre dolcezze?” (Tradotto da Journal de l’abbé Combe, dernières années de Sœur Marie de la Croix, Bergère de La Salette, ed. Téqui, 1967.)


9 Cristo dichiara, senza precisare, che ognuno sarà “salato con il fuoco” in Mt 9, 49.


10 Ibidem, 1, “visione del purgatorio”.


11 Cosi in diverse apparizioni avute da Eugenia Van der Leyen (1827-1923).


12 Il testo della Regola dell’Ordine della Madre di Dio si trova nei Documenti annessi